La Festa del Friuli

Il 3 aprile 1077 il Friuli diventava Stato indipendente affidato alla sovranità del Patriarca d’Aquileia, per un atto dell’Imperatore Enrico IV.
Nasceva così lo Stato friulano. La comunità friulana veniva a costituirsi in Stato indipendente, sia pure con tutti i vincoli e le limitazioni che la sovranità statale veniva ad assumere nell’ambito di un sistema feudale che comunque vedeva la primazia dell’Imperatore del Sacro Romano Impero.
La Chiesa d’Aquileia assumeva anche il potere temporale, costituendo uno Stato dalle caratteristiche temporali originali, in quanto il Sovrano – il Patriarca – veniva coadiuvato e limitato nei suoi poteri dal Parlamento della Patria del Friuli, costituito ancora prima del Parlamento inglese e che si differenziava dalle contemporanee assemblee dei vassalli perché vedeva rappresentati non solo l’alta nobiltà (i castellani) e l’alto clero (gli abati), ma anche le città (comuni).
Il Friuli sarà retto a Stato indipendente per tre secoli e mezzo. Stato dotato di un proprio esercito, di una propria diplomazia, di proprie istituzioni amministrative e giudiziarie, di una propria legislazione, di una assemblea rappresentativa che è tra le più antiche d’Europa. In questo periodo si consolida la lingua friulana parlata dalle popolazioni locali secondo una particolare evoluzione del latino aquileiese e concordiese sovrappostosi ad una base sostanzialmente gallica, il che fa comprendere il friulano tra le parlate galloromanze alla stregua del francese, dell’occitano, del ladino dolomitico, del romancio grigionese, del catalano, del galiziano, nettamente distinte dalle parlate romanze orientali cui appartiene l’italiano.
In questi secoli si sviluppano le istituzioni civili fondate sulle comunità di villaggio e sugli organismi di governo delle città, si afferma sulla base di queste esperienze di autogoverno il senso di autonomia delle singole comunità, nasce il sentimento di appartenenza ad una comunità e ad un territorio che forma la Patria del Friuli. I friulani acquisiscono la consapevolezza di rappresentare una comunità autonoma, dalle caratteristiche culturali, sociali, comportamentali tutte proprie e originali.
Il Patriarcato cadrà nel 1420 sotto i colpi di maglio della Repubblica veneziana, che approfitterà della debolezza di un principato elettivo che è intrinsecamente fragile perché soggetto alle crisi ricorrenti della vacanza della sede patriarcale e alle influenze dei grandi poteri per l’elezione del nuovo Patriarca, delle divisioni interne tra la vecchia capitale di Cividale e la capitale emergente di Udine oltre che delle contrapposizioni interne alla feudalità. Durerà tuttavia abbastanza per alimentare nei secoli successivi nelle componenti più consapevoli della società friulana il ricordo di un periodo di indipendenza e l’aspirazione a riconquistare livelli elevati di autonomia. E’ tanto forte il sentimento di autonomia del Friuli, che la Repubblica di Venezia manterrà in vita tutte le istituzioni dello Stato patriarcale quale il vertice monocratico che assumerà il titolo di Luogotenente della Patria del Friuli e il Parlamento della Patria, che svolgeranno le loro attività e eserciteranno i loro poteri nel Castello di Udine.
Il dominio veneto rappresenterà un periodo di decadenza per il Friuli, visto come territorio di cui sfruttare le risorse forestali e la cui posizione confinaria non consiglierà di effettuare investimenti produttivi, data l’incertezza sul mantenimento di un controllo duraturo. Le penetranti descrizioni dei Luogotenenti sulle miserevoli condizioni del Friuli veneto confrontate con quelle floride del Friuli austriaco mettono ben in evidenza questi aspetti.
Il 3 aprile pertanto è una data fondamentale per la storia e l’identità del Friuli, che tutti i friulani devono ricordare e che le comunità friulane devono celebrare. Essa segna la nascita di un libero popolo, dotato di una propria lingua, di una propria storia, di alto sentimento della propria dignità e della propria autonomia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.